Il Pd Empolese Valdelsa chiede primarie e congresso in tempi rapidi
Jacopo Mazzantini, segretario del Pd Empolese Valdelsa, e i segretari cittadini del Pd de’l’Unione dei Comuni hanno inviato questa mattina una lettera al segretario nazionale Enrico Letta in cui si chiedono congresso e primarie in tempi rapidi.
Ecco il testo della lettera:
Caro Segretario,
abbiamo condiviso la necessità di un congresso straordinario, che andasse oltre la mera elezione di una nuova leadership e si imponesse l’obiettivo di fissare con nettezza un profilo fortemente identitario che il nostro partito ha bisogno di riacquisire e comunicare in modo chiaro.
Questo Congresso, peró, nonostante il crono-programma definito da due settimane, stenta a prendere davvero il via e ciò anche a causa dei tempi eccessivamente lunghi con cui si è pensato di caratterizzarlo.
Tempi che risultano ancor più inadeguati rispetto all’urgenza di portare avanti in Parlamento e nel Paese quella opposizione decisa che ci chiedono quotidianamente, con una certa frustrazione, i milioni di cittadini che anche stavolta ci hanno consegnato la loro fiducia attraverso il voto e che attualmente vedono protagoniste dell’opposizione soprattutto le altre forze di minoranza.
Ecco allora che se vogliamo rendere questo congresso veramente un momento di confronto aperto e partecipato, dobbiamo muovere dalla necessità di aprirci alle voci esterne al partito con più disponibilità e convinzione di quanto abbiamo fatto negli ultimi anni, altrimenti non ci sarà nessuna fase ricostituente o rigenerativa che dir si voglia.
Perché ciò accada, salvo ignorare i meccanismi della politica di oggi, c’è bisogno che le proposte politiche da mettere a confronto, per definire quel rinnovato profilo identitario, abbiano volti che le rendano riconoscibili di fronte all’opinione pubblica, perché la forza delle idee dipende anche dalla credibilità di chi le illustra.
La tua scelta tempestiva di fare un passo di lato merita il plauso, ma serve un bagno di umiltà più largo da parte di coloro che hanno condotto e ricondotto il partito alle sconfitte del 2018 e del 2022. Non possono essere quegli stessi dirigenti a caratterizzare questo Congresso come ancora in questi giorni sta avvenendo e a proporre con credibilità la via d’uscita dalla crisi che sta vivendo il Partito democratico.
Ciò perché abbiamo bisogno di fare i conti con una frattura profonda e reiterata che si è prodotta tra il nostro gruppo dirigente e un pezzo importante e crescente della società che un tempo guardava a noi come naturale punto di riferimento politico e che ci ha in parte consistente abbandonato.
Dobbiamo ambire a rappresentarli nuovamente e la premessa indispensabile è il rinnovamento ed il segnale che conferma questa volontà passa non solo ma innanzitutto da nuove figure che si propongano per guidare la fase politica che si è aperta dopo il voto.
Rivediamo, quindi i tempi del Congresso, accorciandoli sensibilmente. Stimoliamo una rapida presentazione delle candidature a segretario, così da superare in pochi giorni questo toto nomi che impedisce la discussione politica più seria. Dedichiamoci per due mesi in modo intenso alla discussione, al confronto, allo studio, alla elaborazione in chiave propositiva delle tante critiche che giungeranno, così da andare oltre quell’analisi della sconfitta indispensabile, ma che rimane fine a se stessa se non viene seguita dalla proposta di come si rilancia il partito, sintetizzando con concetti semplici le riflessioni necessariamente articolate che ci attendono.
Serve uno scatto in avanti.
Siamo certi che sapremo imprimerlo.