19 Febbraio 2021

Prioria di San Lorenzo a Montelupo Fiorentino

All’interno della contrapposizione tra la Repubblica fiorentina con schieramento papale e la famiglia Alberti di Prato, alleata dell’imperatore il castello di Montelupo rappresentò per i primi un baluardo importante considerata la volontà dei fiorentini di espandersi verso occidente. Dall’altura del castello si dominava la valle del fiume Arno, nonché la confluenza in esso del fiume Pesa, ma soprattutto si controllavano i movimenti nemici della Rocca di Capraia in mano alla famiglia rivale posta appena sulla riva di fronte che segnava il confine con i territori di Pistoia. Con tali presupposti nel 1204 Firenze decise di migliorare la difesa del castello facendo utilizzo, in parte, del sistema fortificato preesistente. Per gli abitanti del castello venne autorizzato da parte del Vescovo di Firenze il trasferimento degli abitanti della parrocchia di Fibbiana, facente parte quest’ultima del piviere di Sant’Andrea. Ciò nell’anno 1206.

Nel 1221 lo stesso vescovo autorizzò la costruzione di una chiesa da dedicare alla Madonna facendola dipendere dallo stesso piviere. L’opera edificatoria viene avviata con la erezione della torre campanaria, utilizzando come basamento la parte inferiore della torre mastia preesistente. Questo basamento era realizzato con pietra calcarea disposta a filaretto e con pezzi cantonali in pietra arenaria, mentre la parte in sopraelevazione fu realizzata in mattoni pieni con due ordini di finestre centinate per alleggerire la struttura. Le finestre decorate con filari di mattoni a dente di sega, trovano riscontro nello stile nel decoro dei campanili di San Miniato al Tedesco, di Cerreto Guidi, di Cigoli e di Corazzano. Per prima dunque, viene edificata la torre campanaria.

Dopo 40 anni (1260) la chiesa cambia nome. Il suo sacerdote infatti si trova rettore della chiesa intestata a Sancti Iohannis de Montelupo  con l’impegno di versare 52 staia di grano per il mantenimento dell’esercito fiorentino. A tale data tale chiesa risulta fra le suffraganee dei Santi Ippolito e Cassiano. Gli anni che seguono registrano una crisi economica nel contado conseguente al dominio ghibellino ma, nonostante ciò, la chiesa da incarico a Corso di Buono di affrescarne l’interno. E’ l’anno 1284 e nella scarsella sotto la torre campanaria Corso raffigura un Cristo pantocreatore con i miracoli di Giovanni Evangelista. Consideriamo che dal 1276 al 1303 la Compagnia dei Penitenti stabilisce la propria sede presso la chiesa e diversi sono i lasciti testamentari che derivano alla stessa dai confratelli.

Nel 1325 Castruccio Castracani ( di famiglia ghibellina lucchese) saccheggia il castello e la chiesa, che però viene prestamente restaurata e ampliata. Nell’intervallo tra il 1299 e il 1388, un secolo circa, è sempre il Vescovo di Firenze il feudatario. Nel 1408 vengono edificati i due tempietti prossimi alla zona d’ingresso, dedicati rispettivamente ai Santi Nicola e Antonio, il primo sotto il patronato di Orsanmichele, il secondo sotto quello della famiglia Ughi-. Gli affreschi sono di Pietro di Chellino e raffigurano le storie di San Nicola. Durante il XV secolo vengono edificati alcuni altari oltre le due cappelle che andranno a costituire il transetto. E’ documentata intorno all’anno 1419 la presenza di una tavola di dimensioni 144 x 119 attribuita a Bicci di Lorenzo rappresentante l’incoronazione della Vergine fra angeli e santi. L’opera inizialmente attribuita a Pietro di Chellino, si trova dal 1960 presso la sede della Cassa di Risparmio di Firenze.

Dal 1531 la chiesa viene custodita dalla Compagnia di San Lorenzo, che da tale data darà il nome alla stessa. La crisi economica del secolo XVII investì anche l’edificio sacro, ed è solo verso la fine dello stesso periodo (13 luglio 1691) che fu possibile intraprendere opere di ripristino e abbellimento. In tale data venne infatti inaugurato un nuovo altare del Crocifisso e chiuso lo spazio della scarsella sotto la torre campanaria, oltre a venire consolidate le membrature dell’altare maggiore. La Compagnia di San Lorenzo disponeva di buone rendite e nel 1735 aveva in proprietà un oratorio con ben 8 altari. Cinquant’anni più tardi (1785) il titolo di San Giovanni Evangelista fu ceduto al convento domenicano di San Niccolò. La canonica venne venduta e la chiesa ceduta alla Confraternita di San Lorenzo che la sottoponeva al patronato della famiglia Frescobaldi.

Da tale data la chiesa inizia a perdere il suo prestigio e sappiamo che alla data del 1891 versa in pessimo stato fino a risultare abbandonata da diverso tempo. Si giunge pertanto all’anno 1934 con un intervento di restauro degli affreschi e nel 1947 a seguito di ulteriori danni arrecati all’edificio dagli eventi bellici, viene avviata un’opera di restauro e risanamento strutturale sotto la guida dell’architetto Guido Morozzi. In tale occasione viene ricostruita la copertura, aperta la scarsella sotto la torre, rintonacato l’interno scegliendo come linea di restituzione quella del modello rinascimentale così come lo vediamo nello stato odierno.

Vincenzo Mollica