4 Gennaio 2021

“La gente attende risposte, non crisi di Governo!”

Il segretario del Pd Empolese Valdelsa Jacopo Mazzantini interviene sull’attuale crisi di governo e evidenzia la posizione del pd territoriale:“Nel discorso di fine anno del Presidente Mattarella, esemplare come suo solito nel merito e nei toni, è emerso in tutta la sua forza il monito verso un “tempo di costruttori…per porre le basi di una stagione nuova” estranea a logiche che perseguano “illusori vantaggi di parte”.

Un richiamo che non può stupire, considerato che il Paese è ancora nel bel mezzo della crisi sanitaria dai numeri preoccupanti, con un indice di positività che oggi è salito al 17,6%, rispetto al 14% di ieri ed un piano di vaccinazioni appena avviato.

La crisi sociale, prima ancora che economica, sta esplodendo, le disuguaglianze stanno aumentando e se il sistema economico-sociale nel suo insieme fino ad oggi ha retto, è per effetto delle misure economiche che il Governo ha predisposto ed il Parlamento approvato a larghissima maggioranza: dalla proroga della casa integrazione, alla sospensione delle tasse, dai ristori per le partite Iva ai finanziamenti agevolati con il d.l. liquidità.

Tutto ciò in un quadro di finanza pubblica delicatissimo, con il rapporto debito/PIL salito dal 136% al 160%.

Il Governo, grazie alla credibilità in Europa del presidente Gentiloni e dei ministri Gualtieri e Amendola, è infine, riuscito ad ottenere fondi europei per 209 miliardi di euro, in parte a fondo perduto e, così, forse per la prima volta, l’Unione Europea ha dimostrato anche ai più scettici tutta la sua insostituibile funzione.

L’utilizzo di quei fondi europei è la chiave di volta per cambiare e far ripartire l’Italia: sanità, scuola pubblica, digitalizzazione, welfare innovativo con un’ottica di genere, ambiente, infrastrutture, sicurezza idrogeologica, dovranno essere pensati per costruire un nuovo sviluppo sostenibile.

Occorrono scelte strutturali e sguardi lunghi, considerato che le ingenti risorse europee che giungeranno nel nostro Paese graveranno sul debito pubblico di cui dovranno farsi carico soprattutto i nostri figli e nipoti e, per questo, alla istruzione dovrà essere data priorità assoluta: edilizia scolastica, digitalizzazione, didattica rinnovata, asilo nido universale dovranno tradursi prima possibile in misure di bilancio.

Al riguardo sarebbe gravissimo se soprattutto dall’attuale maggioranza venisse meno il sostegno necessario a proseguire e migliorare l’attuale esperienza governativa.

Gli ultimatum dei giorni scorsi rivolti al presidente Conte appaiono ancor meno comprensibili se si considerano i recenti sforzi nel dare nuove risposte ai bisogni crescenti, al netto di alcuni errori che non vanno negati ma nemmeno enfatizzati con uno strano gusto autolesionista: dai massicci stanziamenti nel “Fondo sanitario nazionale e per l’edilizia sanitaria”, alle rinnovate misure a sostegno del lavoro dipendente accompagnate dall’ammortizzatore sociale apposito per i lavoratori autonomi professionisti iscritti alla gestione separata, senza dimenticare l’azzeramento dei contributi previdenziali nel 2021 per le partite Iva fino a 50 mila euro di fatturato che nel 2020 abbiano avuto una perdita di fatturato di almeno il 33% sul 2019.

Ma non è la lista delle cose fatte la prospettiva che dobbiamo avere di fronte, perché è certamente maggiore il lavoro che ancora deve essere impostato, soprattutto per stimolare la crescita e lo sviluppo, ma far cadere questo Governo, vuol dire sommare alla paura e alla incertezza già presenti naturalmente per effetto della pandemia in corso, uno stallo di aggiuntive incognite davvero non richiesto in questa fase.

A questo Governo serve indubbiamente un cambio di passo in termini di programmazione e progettazione, ma il caos che conseguirebbe dal metterlo in discussione con una crisi al buio quale quella che si paventa in queste ore, sia in termini organizzativi, di risposta all’emergenza, di energie inevitabilmente dedicate ai retroscena del giorno e settimane dopo, in questa fase appare una opzione del tutto irresponsabile, che determinerebbe, tra le altre conseguenze negative, il blocco dell’avvio delle misure in finanziaria, incapacità di spesa delle risorse europee, ritardo che maturerebbe sugli altri paesi europei anche rispetto alla gestione del Recovery Fund e perdita, perlomeno temporanea, di una bussola nella gestione della pandemia.

Il Paese ha bisogno di stabilità, di fiducia e certezze nel momento più delicato e difficile della nostra storia recente.

La critica, se costruttiva, è sempre preziosa, ma occorre tener conto del contesto e sapersi dare un limite, una misura, altrimenti ogni critica appare pregiudiziale e strumentale.

Il Covid-19 sta mettendo in discussione quasi tutte le nostre bussole politiche, ma ha confermato la centralità assoluta del senso di responsabilità.

Chi affronta in prima linea la pandemia sta dando un grande esempio in tal senso.

Chi contribuirà a rafforzare l’azione di questo governo farà altrettanto e darà una mano al Paese.

Chi dovesse far cadere il Governo se ne assumerebbe la responsabilità di fronte agli italiani ed alle istituzioni”.